“Aiutooooo!” Il gruppo whatsapp dei genitori. Rubrica quindicinale a cura di Jaia

C’è un altro tipo di intromissione che via gruppo Whatsapp i genitori rischiano di fare rispetto ai figli e rispetto alle dinamiche della classe.

Succede un po’ come accade con gli amici di Facebook, i quali se vogliono e ci seguono con assiduità o fanno incursioni nel nostro profilo, possono sapere di noi quasi tutto, ossia dove eravamo 4 weekend fa o che canzoni ci sono piaciute di più a Sanremo, ma che spesso se incontriamo per strada non solo non li salutiamo, ma magari neppure li riconosciamo. Allo stesso modo capita che genitori affidino al Gruppo Whatsapp perplessità, dubbi e talvolta giudizi in merito a ciò che accade in classe.

Va da sé che si presume che la loro fonte siano i figli medesimi. Scattano a questo punto due meccanismi complementari: un genitore che legge la perplessità e il giudizio chiede immediatamente al proprio chi sia e come sia in figlio del genitore perplesso o giudicante. Questo comporta il farsi l’idea di un compagno di classe in base a quanto ha scritto il genitore. Dunque la mia percezione del bambino non può che risentire dell’impressione che ho ricevuto dal genitore  per quello che ha scritto e per come lo ha fatto.

Il secondo meccanismo che scatta immediatamente è quello che ci porta a prendere posizione. Siamo d’accordo? Lo schierarsi fa comunque sì che la problematica posta assuma importanza. Questo anche se la cosa in sé ci pare davvero di poco conto e anche se non ci riguarda minimamente. O molto poco. Questo comporta un carico di tensione tra genitori che si trovano, magari su niente, divisi in guelfi e ghibellini, e comporta anche un carico di tensione verso la scuola e gli insegnanti i quali, il più delle volte ignari, si trovano ad essere oggetto di dibattito e investiti di una pressione che esula spesso dalla didattica.

Mi si potrebbe rispondere che tutto questo potrebbe avvenire anche al netto del gruppo Whatsapp…. credo, invece, che essendo il Gruppo un recipiente unidirezionale, ossia nel quale io metto fatti, sentimenti e pensieri un po’ alla cieca, e che nel momento in cui ce li metto non li controllo più, poiché il luogo è semi-pubblico, le dinamiche a cui questi messaggi danno avvio siano quelle descritte e siano del tutto peculiari.

Domanda: diciamo e sentiamo dire le stesse cose e nello stesso modo nel Gruppo Whatsapp e nelle Assemblee di classe?

dott.ssa Jaia Pasquini