Leggende sull’origine di alcuni cibi

Leggenda cinese sull’origine del riso


Moltissimo tempo fa , di fronte all’ennesima terribile carestia , il buon Genio della campagna , disperato perché non sapeva sfamare il popolo , si strappò i denti e li gettò al vento . I denti finirono in una palude dove si trasformarono in semi che diventarono tante piantine verdi , i cui frutti , tolta la buccia , erano migliaia di chicchi di riso che per la loro brillante bianchezza ricordavano i denti dello spirito benefico .

Pietro, Leonardo III B

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La leggenda della mortadella


La deliziosa mortadella nel 1706 attirò l’attenzione di un missionario domenicano , un certo “Labat”, che volle conoscere gli ingredienti e le tecniche usate per la sua preparazione . I cittadini bolognesi , gelosi del loro prodotto , per proteggerne l’autenticità gli raccontarono una serie di menzogne : alcuni gli dissero che veniva preparata con carne di cinghiale , altri invece gli raccontarono che si utilizzava carne di manzo . Tra tutte le versioni , quella che più lo colpi’ fu la versione della carne d’ asino .
Quello della carne di asino è un racconto fatto per divertire : è vero che il paese e i dintorni producono molti asinelli , ma la razza si sarebbe già estinta se fosse accaduto ciò.

Sofia III B

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Leggenda delle tagliatelle


Il mito della tagliatella ruota attorno a Lucrezia Borgia , duchessa di Ferrara e moglie di Alfonso I D’Este , vissuta nel 1500 . In occasione del loro matrimonio fu un cuoco bolognese di nome Zefirano che inventò la tagliatella di pasta all’uovo , sottile e arrotolata in omaggio ai lunghi e biondi capelli di Lucrezia . A Ferrara è diventata famosa la torta ricciolina fatta proprio di tagliatelline, derivata dall’omaggio fatto a Lucrezia.

Margherita, Asia, Viola III B

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La leggenda del tortellino


Si narra che nel 1200 arrivò in una locanda chiamata “Corona “ a Castelfranco Emilia una giovane e bella marchesina con una carrozza tirata da quattro cavalli , per riposarsi. Il locandiere accompagnò la dama in camera e attratto dalla sua bellezza rimase a spiarla rimanendo colpito dal suo ombelico . Al momento di preparare le cena l’immagine l’aveva talmente ispirato da tirare la sfoglia riproducendo le fattezze dell’ombelico della giovane nobile . Non sapendo cosa fare di quei pezzetti di sfoglia li riempì di carne. E così nacque il prelibato tortellino ripieno.

Alunni III B

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La leggenda della pizza Margherita

Nel 1889 il re Umberto I insieme con la moglie Margherita trascorsero l’estate a Napoli nella reggia di Capodimonte . La regina era incuriosita dalla pizza che non aveva mai mangiato per questo chiamò a palazzo un pizzaiolo: Raffaele, il più famoso dell’epoca. In onore della regina preparò una pizza con pomodoro, mozzarella, basilico: i colori della bandiera italiana e le diede il suo nome della regina cioè Margherita.

Riccardo, Emanuele III B

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La leggenda del Couscous


Un giorno lontano lontano una giovane donna mentre faceva il bagno scoprì un piccolo topo che stava mangiando della sabbia o qualcosa di simile, la donna non si spaventò alla vista del topo si avvicinò ad esso che sparì subito alla vista , ma la donna incuriosita di ciò che il topo stava mangiando così avidamente si chinò verso terra e con grande stupore scoprì che il piccolo roditore non mangiava sabbia, ma una sostanza di colore giallo che assomigliava alla sabbia. Nessuno fino da allora ci aveva mai pensato, ma quei piccoli granelli gialli che formavano le spiagge del suo villaggio erano nientemeno che una semola di grano che era approdata con il mare da una vecchia nave sprofondata negli abissi marina. Dal giorno di questa meravigliosa scoperta, la popolazione del villaggio poté vivere nell’abbondanza e nutrirsi bene, ma anche altre tribù , diverse per la lingua e le usanze conobbero questo alimento e lo utilizzarono. Ecco perché esistono molti modi per cucinarlo . Esso viene usato al posto del pane ed insaporito con il piatto principale che può essere di verdure cotte e legumi (per i vegetariani) di pesce o di spezzatino di carne al sugo .
Il Couscous è ormai diventato un piatto internazionale preparato e mangiato sia in Europa che anche in America. Le sue origini, leggenda a parte, si perdono nella notte dei tempi, ma comunque la sua origine è araba e come arabi sono tutti i paesi che hanno cominciato ad usarlo. Quindi diffondersi su tutta la fascia Mediterranea è arrivato fino da noi ed in particolare sulle coste della Sicilia, in particolare nell’estrema provincia di Trapani, dove l’influenza araba è rimasta più a lungo radicata e dove tradizionalmente si prepara un ottimo Couscous.

Youssef III B

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La piadina


La piadina romagnola, chiamata in dialetto piè, pjida o pièda ha origini antichissime.
Gli amanti di questa gloria romagnola la fanno risalire ad Enea e precisamente al momento
del suo sbarco sulle coste italiche.
Si narra infatti che, dalla fame, gli esuli decisero di mangiare le schiacciate di farina e acqua
che normalmente servivano da piatto dopo aver consumato i poveri frutti selvatici sulle quali erano stati posati.
Una variante della classica piada era il prodotto,ormai dimenticato, preparato con acqua farina di granturco e uva secca.
Il segreto per una buona piada sono il modo col quale viene impastata ( le robuste braccia della azdora romagnola ) e la piastra sulla quale la piadina viene cotta.

Christian III B