PAROLA AL PEDIATRA – Lo scorbuto, una malattia ancora attuale

Lo scorbuto , cioè la carenza di vitamina C, era una malattia un tempo molto frequente ma anche ai giorni nostri è presente e spesso si presenta in modo subdolo e difficilmente diagnosticabile. La sua presenza è forse legata ad uno scarso consumo da parte di bambini e adulti di frutta ed ortaggi freschi, al giorno d’oggi frequente.

Si tratta di una malattia un tempo molto diffusa tra i naviganti che non consumando frutta e verdura fresche morivano per le conseguenze gravi emorragiche e cardiache della malattia. Senza trattamento lo scorbuto può provocare una insufficienza cardiaca che porta a morte. In seguito si scoprì che poteva essere prevenuta consumando nei lunghi viaggi per mare del succo di limone. Nei bambini , lo scorbuto infantile viene chiamato malattia di Barlow (colui che per primo la descrisse nel 1883) o Moller-Barlow.

La vitamina C o acido ascorbico svolge nel nostro organismo molte ed importanti funzioni. È essenziale per la formazione del collagene, determina l’assorbimento intestinale del ferro, aumenta i livelli di acido folico, aumenta inoltre  la produzione di catecolamine e la sintesi di carnitina.  La necessità nutrizionale varia da 40 a 120 mg/die a seconda dell’età.  La cottura prolungata degrada il contenuto di vitamina C negli alimenti.

Il problema della carenza si può presentare nei nostri giorni quando è presente una dieta non corretta e priva o quasi di verdure e frutta fresca, spesso poco gradite ai bambini che preferiscono diete costituite quasi esclusivamente da pane, pasta, patate e carne. I segni clinici della carenza di vitamina C sono in parte aspecifici: stanchezza, mancanza di appetito e perdita di peso, sistema immunitario depresso (infezioni ricorrenti, raffreddore, influenze) difficoltà nella guarigione, ridotto assorbimento di ferro. Le manifestazioni cliniche tipiche sono soprattutto legate a tre gruppi di sintomi. I sintomi emorragici rappresentati soprattutto dalla fragilità delle pareti dei capillari compromesse dalla alterata sintesi del collagene con petecchie mucosali,  ulcere mucose ed ipertrofia gengivali , lesioni cutanee e perifollicolari. I sintomi osteoarticolari sono soprattutto a livello delle cartilagini metafisarie di accrescimento, del sistema muscolare e articolare con sintomi di artrite , tumefazione e dolore senza arrossamento né aumento della temperatura cutanea. In casi gravi ci può essere incurvamento delle ossa lunghe e rosario rachitico.

Altre manifestazioni includono anche una anemia legata soprattutto alla carenza di ferro non più assorbito correttamente. Inoltre, lo scorbuto è stato riscontrato in diversi pazienti con disturbi di tipo cognitivo.

Nella diagnostica differenziale bisogna tenere soprattutto presenti le seguenti patologie: le piastrinopatie, la emofilia nel caso di emartro, le malattie linfoproliferative (anemia ed artrite), le neoplasie solide soprattutto con il neuroblastoma (dolore al rachide e proptosi oculare dovuta ad emorragia), artriti infettive e osteomieliti, l’ipertrofia gengivale (presente come effetto collaterale nel trattamento con farmaci  antiepilettici e nella leucemia mieloide), i maltrattamenti.

Nella diagnostica radiologica delle lesioni ossee i segni più importanti sono rappresentati da una linea metafisaria ipercalcifica radiopaca affiancata da una linea ipertrasparente, la caratteristica lesione dello scorbuto (dovuta a emorragia subperiostea). È rilevabile, inoltre, una linea sclerotica attorno ai nuclei epifisari di accrescimento. Può essere presente sollevamento periostale ed emorragia subperiostale, corticale sottile, osteopenia e incurvamento delle ossa lunghe. Ci possono essere speroni metafisari (per riparazione delle fratture)

La conferma diagnostica viene soprattutto dalla risposta clinica che risulta eclatante già dopo pochi giorni di terapia. Questa è rappresentata da una supplementazione di 100-200mg/die ev oppure per os per un periodo prolungato fino a 4-6 mesi.

Nella mia pratica pediatrica ho riscontrato molti bambini che non assumono né frutta né verdura .

Se le assumono la stragrande maggioranza assume soprattutto verdura e solo pochissimi assumono frutta regolarmente ed in quantità sufficiente.

Risulta  pertanto assolutamente necessario promuovere il consumo di frutta nei bambini eventualmente spiegando, quando possibile, le conseguenze della carenza di acido ascorbico .

Le attuali raccomandazioni dietetiche sono di assumere almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. È inoltre importante consumare verdure fresche e frutta fresca perchè la vitamina C tende a diminuire quando gli alimenti vengono cotti oppure conservati troppo a lungo. Tuttavia bisogna tenere presente che dosi elevate di vitamina C possono interferire con l’assorbimento della vitamina B12 ed il suo metabolismo nell’uomo. Inoltre, dosi elevate di vitamina C sono state associate a nefrolitiasi. Pertanto è necessario non eccedere in modo sostanziale le RDA (dosi giornaliere raccomandate) per quanto riguarda la assunzione di vitamina C.

 

DOTT. PAOLO CALZOLARI

 

 

Bibliografia.
Scorbuto 2017 attraverso i casi. Ester Conversano e Rosalba Bergamaschi e al. Medico e Bambino Vol 36 n 6.
Manuale di Nutrizione Pediatrica American Association of Pediatrics Editrice CSH (quarta edizione Americana)